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Il tappeto volante

dal 7 dicembre 2014
al 1 aprile 2015
al Mercato
Centrale Firenze
di Buren
PROGETTO ARTE MERCATO

“Il mercato è il luogo dello scambio per eccellenza e il nostro Mercato è una piazza che genera un intreccio virtuoso fra attività intellettuali e persone di “buon gusto”.
In questo modo il mercato diventa contenitore d’arte e di relazioni, di conoscenza e di cibo, epicentro di molteplici interessi. Questi alcuni dei punti di forza del Mercato Centrale Firenze, dai quali è scaturito tutto il suo fascino e che spiegano il milione di ingressi a quasi 7 mesi dell’apertura.
Un successo legato alla comunità cittadina e verso la quale corre quell’obbligo di restituzione che, a mio parere, deve essere comune ad ogni impresa di valore. Aver portato a Firenze il “Tappeto Volante” di Daniel Buren è un primo atto di restituzione che il Mercato Centrale Firenze o re alla sua città con l’augurio, per tutti, di un Natale più bello.”

Umberto Montano, Presidente MCF

Il Mercato Centrale Firenze presenta


IL TAPPETO VOLANTE di BUREN
L’ARTISTA IN BREVE

Daniel Buren è uno dei più importanti artisti francesi contemporanei. Fin dagli anni Sessanta, Buren opera “in situ”, cioè progetta e realizza opere pensate su misura per un determinato spazio e pubblico e per i propri interventi, sfrutta sempre un “elemento visivo. È tra i fondatori del gruppo artistico francese BMPT, esperienza artistica vissuta tra il 1966 e il 1967. In questo periodo realizza una ricerca di carattere minimalista e concettuale attraverso la ripetizione seriale di bande alternate, bianche e colorate, di larghezza costante, confrontandosi con supporti e contesti diversi. Nel 1986 si aggiudica il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per il miglior padiglione. Successivamente comincia a sviluppare un lavoro più tridimensionale e una concezione dell’opera che non è più oggetto ma modulazione dello spazio, accentuando l’interdipendenza tra l’opera e il luogo. Nelle sue opere più recenti il colore non è più solamente applicato ai muri, ma letteralmente “installato nello spazio” sotto forma di filtri, lastre di vetro o plexiglas colorati.

L’OPERA IN BREVE Tappeto volante, 1999

È un’opera realizzata appositamente da Buren per “Luci d’Artista”- un progetto della Città di Torino -, esposizione all’aperto di opere d’arte contemporanee realizzate mediante l’utilizzo della luce.
Visibile sia di giorno sia di notte, l’opera è scandita da una cromia rigorosa, basata su colori primari, il bianco, il rosso e il blu (che, peraltro, sono anche i colori della bandiera francese). Di notte i cubi si accendono come lanterne cinesi, e la creazione di Buren si trasforma in un “tappeto volante” sospeso a mezz’aria. Per l’edizione 2005/2006, in occasione delle Olimpiadi Invernali a Torino, “Luci d’Artista” si è arricchita anche di una versione “italiana” del “Tappeto volante” per rendere omaggio alla bandiera italiana, sostituendo il colore blu con il colore verde. Realizzata nel 1999 per “Luci d’Artista”, un progetto della città di Torino che prevede l’esposizione all’aperto di opere d’arte contemporanee realizzate mediante l’utilizzo della luce, l’installazione “Tappeto volante” è stata data in concessione dal Comune di Torino al Comune di Firenze e al Mercato Centrale Firenze, che la ospiterà fino alla fine di marzo. L’opera “Tappeto Volante” è composta da 1.344 lampade realizzate con cubi di plexiglass colorati a facce alterne, bianche e rosse – bianche e blu, sospese perfettamente allineate in modo da formare un tappeto luminoso omogeneo.
Le lampade sono sospese a 32 tesate principali, che si conformano a catenaria, realizzate con funi di acciaio di 6 mm di diametro,collocate con interasse di 114 cm tra loro. Le catenarie risultano fissate con interasse 114 cm a tubolari di sostegno, che corrono paralleli all’esterno del piano illuminato, ancorati alla struttura portante dell’edificio.
Alle catenarie sono sospesi, distanziati di 200 cm, tiranti verticali di 3 mm di diametro, di lunghezza diversa in modo da compensare la curvatura delle catenarie e consentire l’assoluto parallelismo delle canaline elettrificate che sostengono e alimentano i singoli cubetti. Le linee delle canaline sono collegate tra loro per garantire il parallelismo con 6 profilati di alluminio 40 x 30 mm che corrono in senso longitudinale per tutta la lunghezza dell’opera. Le lampade sono divise a gruppi di colorazione diversa costituiti ciascuno da 24 lampade disposte su 6 file trasversali per 4 longitudinali. I gruppi sono 7 sul fronte trasversale e 8 sul fronte longitudinale per un totale di 56. L’interasse trasversale tra le lampade è di 70 cm; quello longitudinale di 114 cm. Ogni cubetto è dotato di un cavetto di acciaio che lo collega direttamente alla canalina portante in modo da fornire una sicurezza contro il pericolo di caduta. Determinante al fine della corretta riuscita dell’opera è il parallelismo delle canaline elettrificate e di conseguenza la perfetta equidistanza dei singoli cubetti tra loro e la uniforme rotazione dei cubetti che devono avere le facce adiacenti perfettamente parallele tra loro. La vista dell’opera rispetto alle diagonali rileva in modo impietoso ogni difetto di allineamento facendo perdere la magia dell’opera così come richiesta dall’artista Daniel Buren.