Urboeffimero
dal 20 ottobre 2017
al 21 gennaio 2018
al 21 gennaio 2018
al Mercato
Centrale Firenze
Centrale Firenze
di UFO
PROGETTO ARTE MERCATO
È un piacere e un onore per noi ospitare l’URBOEFFIMERO n°5 di UFO all’interno del Mercato Centrale Firenze. La nostra collaborazione si colloca nel quadro di un progetto che caratterizza fin dall’inizio l’attività del Mercato Centrale, e che ha già trovato importanti realizzazioni con l’intervento nei nostri spazi di tre tra i protagonisti più rappresentativi dell’arte di oggi, Daniel Buren, Michelangelo Pistoletto, Ai Weiwei. Siamo partiti dall’idea, molto semplice, che i luoghi della vita e i luoghi dell’arte non devono più rimanere separati. Nel nostro tempo, l’arte non è un’esperienza privilegiata, a cui si accede nei recinti protetti dei musei e delle gallerie, con l’illusione, quando non si sia “addetti ai lavori”, di trasformarsi di colpo da individui immersi nella vita quotidiana, nella vita pratica, nell’insieme dei rapporti sociali, in liberi e colti fruitori di un messaggio di bellezza e di verità, o in testimoni intelligenti di una rivelazione “unica”, quella del mondo interiore, fuori del comune, dell’artista. L’arte oggi viene a cercarci, vuole raggiungerci nei luoghi stessi della riproduzione sociale, ci chiede di essere pronti, “aperti”, in ogni momento, a un dialogo con le forme, le immagini, le situazioni che possono introdurre nella nostra vita di lavoro e di consumi, di svago, di rapporti con gli altri (e con i luoghi, le storie, i discorsi) il fermento di un pensiero critico, lo stimolo di una percezione “diversa”, il fremito dell’incongruo – la domanda, insistente, sul senso di ciò che siamo e di ciò che facciamo, qui ed ora. Domenico Montano
È un piacere e un onore per noi ospitare l’URBOEFFIMERO n°5 di UFO all’interno del Mercato Centrale Firenze. La nostra collaborazione si colloca nel quadro di un progetto che caratterizza fin dall’inizio l’attività del Mercato Centrale, e che ha già trovato importanti realizzazioni con l’intervento nei nostri spazi di tre tra i protagonisti più rappresentativi dell’arte di oggi, Daniel Buren, Michelangelo Pistoletto, Ai Weiwei. Siamo partiti dall’idea, molto semplice, che i luoghi della vita e i luoghi dell’arte non devono più rimanere separati. Nel nostro tempo, l’arte non è un’esperienza privilegiata, a cui si accede nei recinti protetti dei musei e delle gallerie, con l’illusione, quando non si sia “addetti ai lavori”, di trasformarsi di colpo da individui immersi nella vita quotidiana, nella vita pratica, nell’insieme dei rapporti sociali, in liberi e colti fruitori di un messaggio di bellezza e di verità, o in testimoni intelligenti di una rivelazione “unica”, quella del mondo interiore, fuori del comune, dell’artista. L’arte oggi viene a cercarci, vuole raggiungerci nei luoghi stessi della riproduzione sociale, ci chiede di essere pronti, “aperti”, in ogni momento, a un dialogo con le forme, le immagini, le situazioni che possono introdurre nella nostra vita di lavoro e di consumi, di svago, di rapporti con gli altri (e con i luoghi, le storie, i discorsi) il fermento di un pensiero critico, lo stimolo di una percezione “diversa”, il fremito dell’incongruo – la domanda, insistente, sul senso di ciò che siamo e di ciò che facciamo, qui ed ora. Domenico Montano
GLI UFO e la SUPERARCHITETTURA
Gli UFO sono stati il gruppo più ironico e dirompente nello scenario dell’architettura radicale fiorentina, fondato nel 1967 sull’onda della contestazione studentesca che coinvolse la facoltà di architettura di Firenze. Degli UFO hanno fatto parte Carlo Bachi, Lapo Binazzi, Patrizia Cammeo, Riccardo Foresi, Vittorio (Titti) Maschietto e inizialmente Sandro Gioli. Al gruppo hanno aderito temporaneamente anche Massimo Giovannini, Mario Spinella, Rodolfo Bracci e Claudio Greppi. Dopo il 1972 l’attività del gruppo è stata curata personalmente da Lapo Binazzi, custode delle vicende degli UFO fino ad oggi (1967-2017).
Il nome non è più simbolo di imprendibilità; I suoi componenti sono dispersi nella realtà. Un carattere di precarietà, oltre che di evidente artigianalità, caratterizza i prodotti del gruppo a partire dal febbraio 1968, quando gli UFO si palesano installando un loro “cantiere” nella sede universitaria di Palazzo San Clemente occupato dagli studenti di architettura in agitazione. L’aspirazione condivisa è di rompere le sane regole compositive, di scardinare solide relazioni tra forme e funzioni associate alla pratica architettonica. Gli UFO espandono e amplificano una diffusa sensibilità antiaccademica e antimodernista con interventi fondati su spinte utopiche e interdisciplinari, sulla trasversalità e soprattutto sull’ambiguità linguistica, con atteggiamenti spontanei e dosi d’improvvisazione a scopo dimostrativo e comunicativo.