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31 Gennaio 2020

Lo storico Carnevale di Aliano al Mercato Centrale Firenze

Domenica 16 febbraio dalle 18:00 al Mercato Centrale Firenze prenderà il via una grande festa in occasione del Carnevale. Da sempre il Mercato promuove la cultura in tutte le sue forme e quella di domenica sarà un’opportunità, per il pubblico fiorentino, di conoscere da vicino il Carnevale di Aliano.

L’evento al Mercato Centrale Firenze

A partire dalle 18:00 all’esterno, in piazza del Mercato Centrale, partiranno le animazioni con le musiche del gruppo U Cirnicchiu e quelle degli Amarimai, che apriranno la pista alla sfilata dello storico Carnevale di Aliano, conosciuto per le sue maschere arcaiche cornute, collegate alla mitologia greca, e per il gruppo di pacchiane. Le maschere ricreano creature demoniache il cui carattere minaccioso viene smorzato da cappelli colorati e il loro abbigliamento goffo ispirato alla tradizione contadina e pastorale, alla quale si rifà anche la gestualità degli interpreti.

Il Carnevale di Aliano

Ogni anno, in occasione del Carnevale, gli abitanti di Aliano si travestono e indossano le tradizionali maschere cornute che animano la festività e che nel novembre 2018 hanno portato al riconoscimento del Carnevale di Aliano tra i carnevali storici italiani, con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.


Lo storico Carnevale di Aliano al Mercato Centrale Firenze


Aliano è una piccola cittadina della Basilicata, il paese dei calanchi: un piccolo borgo che conta 930 abitanti, avvolto in un paesaggio che sembra quasi lunare. È conosciuto in particolare per essere stato il luogo in cui lo scrittore Carlo Levi trascorse buona parte del suo periodo di confino, al quale fu condannato per via della sua attività antifascista (1934-36), e dove successivamente scelse di farsi seppellire. La figura dello scrittore è il fil rouge che collega la Basilicata a Firenze: del paesino scrisse diverso tempo dopo la fine del suo confino. La stesura del romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”, considerato uno dei più importanti della letteratura italiana del Novecento, avvenne a Firenze tra il 1943 e il 1944; il libro fu poi pubblicato nel 1945. L’autore torinese in Basilicata si scontrò con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui era abituato e la sua esperienza divenne un’occasione di riflessione sulla questione meridionale e la totale assenza dello Stato nel Mezzogiorno. Nel corso della sua vita Carlo Levi ebbe modo di visitare più volte Firenze (in Toscana aveva anche prestato servizio militare) dove fece ritorno nel 1941 con l’intenzione di non fermarsi a lungo. Rimase invece in città per quattro anni – gli stessi in cui scrisse la sua opera più importante nascosto in un appartamento in piazza Pitti, grazie alla protezione di Annamaria Ichino -, mentre la città era occupata dai tedeschi.