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La pianta dei marshmallow

Postato il 15 Novembre 2016 da Elide Messineo
La pianta dei marshmallow
Il loro aspetto non è per nulla inquietante ma al mondo esistono moltissime fobie fuori dal comune e tra queste c’è l’Althaiophobia, la paura dei marshmallow.

Piccoli cilindri dolci e morbidi, i marshmallow sono diventati una sorta di icona pop che per anni abbiamo visto in tv e serie tv, li mangiano perfino il Capitano Kirk, Spock e il dottor McCoy in “Star Trek V: L’ultima frontiera“. Li vediamo spesso protagonisti nelle sere d’estate, infilzati con un bastoncino e arrostiti sul fuoco o nella versione s’more, sciolti e racchiusi tra due biscotti. Se oggi sono una passione dei più piccoli, un tempo erano destinati solamente ai privilegiati perché, tanto per cambiare, anche i marshmallow esistevano nell’antico Egitto.

Questi deliziosi dolcetti gommosi sono nati come estratto dell’Althea officinalis, pianta che appartiene alla famiglia delle malvacee, ricca di proprietà terapeutiche. Dalle sue radici veniva estratto il succo per la preparazione dei marshmallow, che venivano addolciti con il miele e destinati poi – in una forma chiaramente più grezza di quella che conosciamo – ai faraoni. Una delle leggende narra che un faraone in particolare amasse i dolci e che fosse di salute cagionevole ma restìo alle cure. Furono gli dèi a suggerire ai sacerdoti del tempio di somministrargli i famosi dolcetti, che oggi si trovano anche con preparazioni diverse. Il loro nome tuttavia deriva proprio dall’unione della parola “marshes“, che significa letteralmente “paludi”, dove cresceva la pianta, e “mallow“, ovvero “malva”.

I nuovi marshmallow

Quello che sembra un dolce moderno affonda le sue radici nel passato, pare che anche nel periodo del Medioevo i marshmallow fossero molto graditi, venivano somministrati per risolvere i più svariati problemi, dalla tosse al mal di denti e si pensava avessero proprietà afrodisiache. Il mercato di questi dolciumi iniziò a subire delle variazioni in Francia sul finire dell’Ottocento, quando venivano utilizzati tra gli ingredienti l’albume d’uovo, acqua e amido di mais o la gelatina. Alex Doumak rivoluzionò definitivamente il mondo dei marshmallow rendendoli un vero e proprio prodotto industriale, ma per questo dobbiamo spostarci in Illinois, dove fondò la sua azienda di famiglia nel 1961. Doumak trovò un modo più rapido per preparare i marshmallow e renderli omogenei, inserendo l’impasto in cilindri dai quali poi venivano ricavati i dolci con il formato che tutt’ora conosciamo. La procedura, per dare i risultati voluti, prevedeva una temperatura e una cottura precise. Oggi ci sono delle variazioni che accontentano anche i gusti kosher e halal, oltre che quelli vegetariani e vegani, solitamente con l’utilizzo dell’agar-agar come gelificante naturale.

I marshmallows nelle scienze cognitive

Tra gli anni Sessanta e Settanta alla Stanford University lo psicologo Walter Mischel sviluppò il marshmallow test (The Stanford marshmallow experiment). Nel corso di questo studio venivano selezionati dei bambini dai 3 ai 6 anni ai quali veniva data la possibilità di ricevere un piccolo premio nell’immediato (un marshmallow, appunto, oppure un biscotto o un pretzel) o aspettare un po’ di più per riceverne due. Solitamente era previsto che lo sperimentatore lasciasse la stanza per 15 minuti, il bambino rimaneva solo con il dolcetto e veniva testata la sua capacità di resistenza e di posticipare la propria soddisfazione per ricevere una ricompensa maggiore. Negli studi a seguire, dalle ricerche emerse che i bambini capaci di aspettare di più per una ricompensa più generosa riuscivano ad ottenere risultati migliori degli altri in tutti gli aspetti della loro vita. L’esperimento era iniziato a Trinidad su vari gruppi etnici prima di arrivare all’università di Stanford, chiaramente non tutti i bambini riuscivano a resistere alla tentazione ma questo dipendeva non solo dalla loro etnia ma dall’ambiente circostante. A riprova di questo ci fu un altro studio condotto da Richard Aslin dell’università di Rochester e concluso nel 2012. Il test del marshmallow di Mischel fu replicato ma solo dopo aver condizionato i bambini in due modi diversi: un gruppo veniva testato da uno sperimentatore che poteva essere considerato inaffidabile, il quale prometteva loro di tornare con matite e sticker migliori per poi presentarsi a mani vuote due volte; il secondo gruppo invece vedeva lo sperimentatore mantenere la sua promessa e proprio da questo gruppo arrivarono i risultati migliori. Di certo erano divertenti da osservare le reazioni dei bambini, durante i 15 interminabili minuti di attesa e resistenza alcuni di loro nascondevano il marshmallow per non vederlo oppure saltellavano e cercavano distrazioni, a volte senza riuscire ad aspettare abbastanza. Qualcun altro, invece, pensava di essere più furbo dando un piccolo morso sperando che nessuno se ne accorgesse. Anche in questo caso è stato dimostrato che la capacità di gratificazione differita spettava a bambini con maggiori possibilità di successo che, come nell’esperimento precedente, ottenevano ottimi risultati anche nei test di ammissione al college, ma che era soprattutto l’ambiente di riferimento a condizionare le loro scelte. Di fronte a una persona inaffidabile, come nel caso del primo gruppo, molti bambini preferivano non rischiare la delusione di non vedere arrivare il secondo premio, le aspettative più basse diminuivano anche la loro capacità di resistenza.

I marshmallow sono stati usati in maniera insolita in un altro ambito: gli astronauti li hanno usati spesso per sopportare la pressione durante il decollo, infilandoli su per le narici, ci auguriamo che dopo non li abbiano mangiati! Negli USA questi dolci sono così amati, soprattutto arrostiti sul fuoco, che è stato istituito perfino il National Toasted Marshmallow Day, si festeggia il 30 agosto. In alternativa, per chi preferisse gli s’more, si festeggia la loro giornata nazionale il 10 agosto.

“I’ll set my tuning to your station

so let’s sing a happy song

everyday I sing for-

everything is a taste of

everyday, marshmallow day”.

Mr. Children – Marshmallow Day

marshmallows

Foto di Federica Di Giovanni