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It’s a kind of magic: la magia che si nasconde nel cibo

Postato il 22 Agosto 2018 da Elide Messineo
It's a kind of magic: la magia che si nasconde nel cibo
La magia, come la cucina, è una cosa seria, una questione di impegno e passione. Entrambe sono affascinanti ed entrambe rischiano molto facilmente di scadere in luoghi comuni. Il confine tra magia e religione è spesso labile, entrambe esistono fin dall’inizio dei tempi e sono state oggetto di numerosi studi (Frazer è stato tra i primi a parlarne). Dai riti sciamanici fino alla prestidigitazione – che trasforma la magia in arte-, maghi, prestigiatori, illusionisti, hanno sempre esercitato molto fascino sul pubblico. Da Merlino a Harry Potter fino a David Copperfield, la magia ha assunto le forme più svariate. Dal mago delle leggende arturiane a quello che ha fatto sparire la statua della Libertà, senza tralasciare l’escapologia e le abilità di Harry Houdini, uno degli illusionisti più celebri della storia.

L’illusionismo richiede molto allenamento e impegno ma Houdini era anche una buona forchetta e, tra le sue varie attività, aveva trovato anche il tempo di dispensare consigli utili per le ricette. Prima del celeberrimo pollo alla piastra di Elisabetta Canalis, i cosiddetti “celebrity cookbooks” funzionavano molto bene e Houdini è stato senza alcun dubbio una celebrity. Tra le ricette che gli riuscivano meglio c’erano quelle che riflettevano le sue origini europee. Houdini era nato a Budapest in una famiglia ebrea, con la quale si era trasferito negli Stati Uniti nel 1878, senza mai dimenticare le sue origini. Buona parte del cibo che tanto amava era preparato dalla moglie, Bess. Per lui cucinava il pollo alla paprika, spatzel, pudding di pane alle ciliegie. E poi, ovviamente, il gulash, piatto-simbolo della cucina ungherese. Il cibo, per la coppia, era stato una costante: molti dei loro anniversari di matrimonio li trascorsero a Coney Island, gustando hot dog lungo la passerella. Per il loro 25esimo anniversario si ricorda una festa epica, della quale parlarono perfino i giornali, all’hotel Alexandria di Los Angeles: i coniugi Houdini in fatto di cibo in quel caso non si risparmiarono affatto e regalarono ai loro 200 invitati molte gioie per il palato.

La scrittrice J. K. Rowling ha riempito i libri della saga di Harry Potter di ghiotti riferimenti. Dalle parti di Hogwarts i maghetti fanno la tipica colazione inglese, amano concedersi peccati di gola, come i gelati della Gelateria Fortebraccio, la burrobirra o le Gelatine Tuttigusti+1. Si passa da piatti comuni come il pasticcio di carne, l’arrosto, il pudding, il bacon, le verdure a cibi più bizzarri, come le cioccorane. I fantasmi, per esempio, possono solo “gustare” l’aroma dei piatti, se decomposti. Ma per trovare la magia non serve andare a Hogwarts, in realtà è sotto i nostri occhi praticamente tutti i giorni, quando vediamo la materia prima trasformarsi in deliziose portate. Il cibo è spesso considerato magico per le sue proprietà – che siano vere o presunte, per tradizione e/o credo. Gli effetti benefici di molti cibi sono indubbi e sappiamo ormai bene che possono avere ripercussioni notevoli anche sul nostro umore. Anche i maghi, dopotutto, avevano i loro ricettari per preparare misteriose pozioni, come le mamme, le nonne, come gli chef. Indispensabile, per tutte queste figure, è non svelare mai l’ingrediente segreto, il trucco che c’è dietro. Ci pensate alla magia di una cipolla che vi farà subito piangere, alla vista di un dolce che fa comparire il sorriso sul volto o all’abilità che ci vuole per far sparire una teglia di lasagne fumanti in pochi minuti?

Foto di Federica Di Giovanni