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La bontà che fa bene

Postato il 9 Agosto 2018 da Elide Messineo
La bontà che fa bene
Il cibo, come tutte le cose belle e buone, non ha bisogno di tanti fronzoli. La bontà è elementare ed è una magnifica storia da raccontare.

magnìfico agg. [dal lat. magnifĭcus, comp. di magnus «grande» e tema di facĕre «fare»] (pl. m. -ci, anticam. anche -chi). – 1. a. Che ha e dimostra magnificenza, cioè grandezza e nobiltà d’animo, generosità e liberalità: i m. prìncipi del Rinascimento.

Il termine è usato “più spesso usato con valore genericam. enfatico”, recita la Treccani, e in questo caso l’enfasi ricade tutta non solo sulla bontà del piatto in sè, in quanto preparazione culinaria, ma sulla bontà che sprigiona in altre direzioni. La grandezza del cibo non è solo una questione di papille gustative. L’atto del mangiare è sempre stato fondamentale per la nostra sopravvivenza, spesso si compie l’errore di pensare alla grandezza in associazione a fasto e pomposità, qualcosa che abbia a che fare con la dimensione fisica, qualcosa di barocco. La grandezza, spesso, risiede piuttosto nella semplicità: quella delle materie prime, delle poche alterazioni, dei sapori che si scatenano, delle proprietà del cibo che fanno bene al corpo e alla mente. Mai sottovalutare il potere della semplicità, poiché molti piatti hanno origini antiche proprio perché il loro valore va ben oltre la ricercatezza degli ingredienti e ogni forma di sfarzo.  Il cibo restituisce gusto, appassiona, diverte, plasma l’umore. Il cibo, specialmente quando abbonda ed è colorato, fa pensare alla generosità e questa equivale a grandezza d’animo, quella che trasforma il mangiare in un pretesto – validissimo – per fare del bene.

Alcune pietanze e molti ingredienti sono ottimi alleati della buona salute: dal tartufo nero con i suoi antiossidanti e rimineralizzanti alla farina macinata a pietra, che permette di non disperdere tutte le proprietà nutrizionali dei chicchi di grano. Tendiamo spesso a sottovalutare l’importanza della selezione degli ingredienti ma, ovviamente, mangiare del pesce fresco avrà un impatto decisamente migliore sulla nostra salute rispetto a quello confezionato o surgelato. Poche calorie e tante proteine, tante vitamine e omega 3, il pesce è uno degli alimenti più sani e importanti che si possano scegliere per la propria dieta così come le verdure, facendo attenzione a seguire sempre la stagionalità. Magnifico è, quindi, mettere insieme più ingredienti – tutti validi e buoni – e mangiare qualcosa di buono, che faccia bene. Che faccia bene a noi, al nostro umore, e che faccia bene agli altri. Un sistema che corre lungo due direzioni, l’amore per il cibo può essere contagioso e non c’è contagio migliore, se questi sono i benefici.


Il Mercato Centrale mette a disposizione il sapere degli artigiani e le loro bontà per una buona causa: sostenere la Fondazione Telethon, da sempre impegnata nella raccolta fondi per la ricerca sulle malattie genetiche rare. Con un fitto programma di iniziative ed eventi per grandi e piccini, che animeranno gli spazi di Firenze e Roma fino alla fine dell’anno, il Mercato Centrale si impegna per la prima volta a sostenere un’importante campagna dal taglio sociale. Mangiare non potrebbe essere un gesto più bello di così: gustando le proposte nelle botteghe in via dell’Ariento o in via Giolitti si potrà compiere una buona azione a favore della ricerca scientifica. Ancora una volta tutto parte dal cibo ma non si sofferma solo su di esso: “la bontà è elementare” con un semplice gesto diventa cura, sensibilità, sostegno.

Foto di Federica Di Giovanni