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La sindrome del gourmand

Postato il 6 Settembre 2016 da Elide Messineo
La sindrome del gourmand
Nel 2009 Kevin Pearce ha sbattuto violentemente la testa contro una rampa mentre faceva snowboard, l’incidente gli provocò vari danni, tra cui la perdita della memoria a breve termine.

Kevin dovette imparare di nuovo a camminare e il suo sogno di partecipare alle selezioni per le Olimpiadi di snowboard è svanito. Kevin per fortuna è ancora vivo, la sua vita oggi è diversa ma continua ad inseguire i suoi sogni e porta avanti grandi progetti. Il suo corpo non funziona più come prima e tra i vari cambiamenti scaturiti dopo l’incidente c’è che gli è venuta un’incredibile voglia di pesto. Prima di allora era un condimento che non aveva mai preso in considerazione, lo lasciava indifferente, mentre adesso lo mette dappertutto. Tutta la sua attenzione prima era rivolta alle Olimpiadi, il suo futuro da grande snowboarder si faceva sempre più nitido, era già piuttosto famoso e aveva superato alcune delle sfide più importanti. Il 31 dicembre 2009, a una settimana dalle qualificazioni, la sua vita è cambiata. Ha sbattuto con la fronte contro il ghiaccio, compromettendo la zona sopra l’occhio destro, per dieci giorni non si è svegliato e, nonostante indossasse il caschetto, ha riportato danni gravi, tanto che è un miracolo che sia sopravvissuto. Ma la storia di Kevin Pearce che c’entra con il cibo? Beh, tenete a mente il pesto.

Abbiamo parlato di comfort food e di come ognuno di noi abbia la sua forma di cibo consolatoria. Come abbiamo visto, però, è bene mantenere il controllo, perché alcuni atteggiamenti possono facilmente tramutarsi in comportamenti ossessivo-compulsivi, diventando dei veri e propri disturbi. Il cibo è fonte di gioia e qualche volta di problemi, uno dei più bizzarri è decisamente la sindrome del gourmand.

La sindrome del Gourmand, una curiosità insaziabile

Le persone affette da questa sindrome provano una passione incontenibile per il cibo gourmet (quello di alta qualità, sempre contrassegnato da un certo snobismo), sviluppano una vera e propria ossessione: lo pensano, ne parlano, ne scrivono, il mangiare è solo l’ultimo atto e nemmeno il più importante. L’aumento di appetito infatti non è stato riscontrato, la cosa più curiosa è che questa condizione non nasce in persone che si avvicinano al cibo e sono incapaci di controllarsi, la causa è molto più precisa. La sindrome del gourmand deriva da una lesione dell’emisfero cerebrale destro. Questa problematica sorge in individui che hanno avuto ictus, tumori al cervello o gravi traumi cranici, come nel caso di Kevin Pearce. La cosa ancora più assurda è che questi pazienti non sono alla ricerca di una cura, come effetto collaterale in effetti non è da disprezzare, da un male scaturisce una nuova passione.

Sul numero 23 di Science News del 1997 si legge che il primo incontro con questa sindrome avveniva otto anni prima in Svizzera. Marianne Regard, dell’Università di Zurigo, e Theodor Landers, dell’Università di Ginevra, hanno incontrato un giornalista politico 48enne, diventato il caso emblematico di questa particolare sindrome. L’uomo aveva avuto delle lesioni cerebrali a seguito di un ictus, la parte sinistra del suo corpo era rimasta particolarmente indebolita. Non era in grado di camminare ma sembrava essere più impegnato a lamentarsi del cibo dell’ospedale che dei suoi problemi fisici. Il cibo in ospedale, si sa, non è dei migliori a disposizione e fin qui non c’è nulla di strano, è normale che un paziente possa lamentarsene ma in questo caso i medici notarono che l’uomo era ormai ossessionato dal cibo e nel suo diario scriveva solo di quello. Prima di quel giorno non aveva avuto particolare interesse per l’argomento – si occupava di politica in primis – ma dopo aver lasciato l’ospedale e una volta rimessosi in sesto, decise di non scrivere più di politica, lasciando il suo lavoro per diventare un critico gastronomico.

La dottoressa Regard, incuriosita dalla cosa e dopo averla constatata su un altro paziente, anch’egli riscopertosi amante del cibo di alta qualità dopo un ictus, studiò 732 pazienti con lesioni cerebrali nelle aree interessate e 34 di questi avevano sviluppato quella che poi divenne la sindrome del gourmand. Negli studi successivi anche altri disturbi alimentari sono stati ricollegati a danni cerebrali (nella zona frontotemporale e ipotalamo), ma nella fattispecie nessun paziente vede un’alterazione del proprio appetito nè cambiamento di peso, più semplicemente si amplifica la sua curiosità verso il mondo dell’arte culinaria con particolare attenzione al gourmet, quindi all’alta cucina, al cibo di qualità, raffinato ed esteticamente d’impatto. I gusti cambiano e potrebbero influenzare altri campi, per esempio Pierce ha dichiarato di essere sempre stato un amante dell’hip hop, ma dopo l’incidente ha iniziato ad apprezzare molto di più Neil Young.

I’m just a believer baby / In those dreams of mine / You see they just keep on comin’ / In a long, long line.

pesto

Foto di Federica Di Giovanni