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Umberto Montano racconta un anno di Mercato Centrale

Postato il 22 Aprile 2015 da Elide Messineo
Il 23 aprile si festeggia un anno di Mercato Centrale a Firenze, con una festa aperta a tutta la città, un concorso gastronomico inedito – con Oliviero Toscani presidente di giuria -, che mette al centro dell’attenzione gli amanti della cucina tradizionale che coltivano la loro passione in casa e molte altre sorprese. Per parlare di questo primo anno tra cibo ed eventi culturali non c’è volto migliore di quello di Umberto Montano, Presidente e ideatore del Mercato Centrale, oggi diventato uno dei luoghi più visitati di tutta Firenze.

Per prima cosa, Umberto Montano ci ha parlato dei numeri che il Mercato ha registrato nel suo primo anno di attività:

Abbiamo una doppia valutazione da fare: prima di tutto è stato un grande successo di pubblico …ed è nei numeri, lo hanno decretato un milione e novecentomila visitatori, rendendoci la prima meta turistica di Firenze. Poi il bilancio dell’attività economica, che dal 23 di aprile al 30 di dicembre ha impiegato circa 250 nuove unità lavorative, fra giovani e meno giovani, e realizzato un fatturato importante.

Il Mercato Centrale di Firenze ha sicuramente avuto un forte impatto sulla realtà cittadina:

Un impatto di rilievo direi, anzitutto sociale: c’è un nuovo luogo da frequentare, dove frequentarsi, aspettarsi delle cose. Al Mercato, insomma, è nato un nuovo grande centro di aggregazione che richiama circa duecentomila persone al mese e che permette loro di ritrovarsi intorno all’atto più frequente e più nobile delle attività umane: cibarsi mentre si sta insieme. Il cibo è cultura, perché dietro il cibo c’è un’identità assai forte direttamente legata alla storia e alla civiltà dell’uomo. In particolare in Italia, che è risaputo si trovi al vertice della classifica mondiale per qualità del cibo.

Tutti ne parlano, tutti ci vanno, ma di preciso questo Mercato cosa fa?

Il Mercato è da sempre un luogo di intreccio di molteplici interessi ed attività, nel nostro caso non sono escluse le attività culturali. I valori della letteratura o dell’arte possono incontrarsi con la nutraceutica e la cucina, così come con il vino e la poesia. Il Mercato Centrale è stato capace di assortire gli interessi delle persone attualizzando il concetto originario di mercato ma senza snaturarlo, piuttosto valorizzandolo come centro di scambio e di interessi assai vari. Oggi il pubblico ha sempre più bisogno di confrontarsi con la bellezza e con l’informazione e questi aspetti, qui al Mercato, si fondono con il cibo di qualità.

Restando in tema cibo, al Mercato si parla di cibo qualificato, ma come si trasmette il messaggio in modo chiaro?

Mettendo l’artigiano al centro, un grande protagonista del mondo del cibo italiano che è ancora poco valorizzato. È gravissimo che tenda a sparire da tutti i centri urbani. Il centro di Firenze ad esempio, è pieno di meravigliosi negozi d’abbigliamento ma non esistono più il salumiere o l’ortolano: pagano troppo d’affitto, non ce la fanno. Il Mercato rimette al centro questi soggetti con un sistema di aggregazione nuovo, gli restituisce centralità e dà loro la forza per poter portare a casa risultati economici che gli permettano di vivere.

Durante la chiacchierata Umberto Montano ha parlato della sua grande passione per il cibo ma è stato rivelato anche il lato “rivoluzionario” del Mercato Centrale di Firenze, che vuole dare voce ad una categoria ben precisa e lo farà proprio in occasione del suo primo compleanno:

Adoro il cibo, non c’è nulla del mangiare che io non ami, mi nutro di tutto. Ma prediligo la cucina fatta in casa. Il Mercato vuol farsi portatore di un messaggio: dare valore alla cucina casalinga. Vorremmo incoraggiare tutti, uomini e donne appassionati del buon cibo, a cucinare in casa secondo le tradizioni tramandate dalle mamme, ed impegnarsi a trasferirle ai figli. Casalinghe di tutta Italia, unitevi e fate sentire che ci siete! Perché i cuochi stellati (e se lo meritano!) sono tutti giorni in TV, mentre non si vedono mai le loro mamme, nonne, zie e zii che a mio parere sono i veri protagonisti della cucina italiana. Questo patrimonio appartiene a tutti noi e deve essere valorizzato. Il Mercato Centrale vuol stimolare questo recupero. Casalinghe e casalinghi, fatevi sentire, perché i veri custodi della tradizione italiana a tavola siete voi. Agli chef stellati vanno meriti altissimi, ed io li confermo in pieno, ma il loro valore è assai diverso dal vostro.