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Tournedos alla Rossini, la musica classica in cucina

Postato il 2 Febbraio 2015 da Elide Messineo
Tournedos alla Rossini, la musica classica in cucina
Abbiamo visto che il cibo non si limita ad esistere solamente nel suo campo, ma si espande nel mondo dell’arte, tra cinema e poesia e la sua influenza è notevole anche nel mondo della musica, che è sempre andata di pari passo con il cibo, sia come accompagnamento durante abbondanti banchetti, sia come mezzo per elogiare i piaceri derivanti dai pasti.

Gioachino Rossini era un appassionato di gastronomia, riuscì a tirare fuori tutto il suo talento culinario durante la permanenza a Parigi e ci ha lasciato in eredità anche alcune delle sue ricette: i Tournedos sono uno dei piatti che uno chef deve assolutamente conoscere.
Rossini curava personalmente i suoi piatti, a volte abbandonando per qualche minuto i suoi ospiti, come accadde con Richard Wagner. Di quest’ultimo, per esempio, si dice fosse vegetariano. Incuriosisce sempre il rapporto che i grandi personaggi hanno con la cucina, il pubblico si è appassionato ai gusti e al rapporto con il cibo di molti altri celebri volti, come quello di Maria Callas. Su di lei circola una leggenda che non è mai stata smentita direttamente, secondo la quale la “Divina” avrebbe ingerito di sua volontà una tenia per poter perdere peso rapidamente. A molti cantanti, invece, proprio per la loro passione sfrenata per il cibo, sono stati dedicati dei piatti: uno, golosissimo, è il dolce omaggio a Renée Fleming, rinominato La Diva Renée, un’esplosione di cioccolato.
Il rapporto tra musica classica e cibo si estende anche ai nomi dati ai piatti e ai drink, che spesso si rifanno a personaggi celebri, dove di certo non mancano i compositori: avrete sicuramente mangiato un buonissimo piatto di pasta alla Norma (il nome si rifà all’opera di Vincenzo Bellini) o delle uova alla Bizet; senza alcun dubbio avrete bevuto un Rossini, il drink a base di fragole e prosecco, variazione del più noto Bellini, che però non è collegato al già nominato Vincenzo.
L’interazione note-papille gustative è a tutto tondo, più volte sono stati effettuati degli studi per vedere che effetti ha il sottofondo musicale al momento dei pasti. La musica classica, insieme al jazz, rende una portata decisamente più piacevole e più il piatto è gustoso – magari un dessert – più lo si assapora, “sintonizzandolo” al piacere percepito attraverso il suono. Uno studio della University of Arkansas basato su un campione di 99 volontari, ha dimostrato che in effetti la percezione del gusto cambia in base al tipo di musica che stiamo ascoltando e che, per esempio, il cioccolato è ancora più buono se mangiato a ritmo di jazz.
Immaginate di ritrovarvi nel bel mezzo del pranzo domenicale, con la tavola imbandita di ogni tipo di pietanza, magari a casa della nonna, con La cavalcata delle Valchirie in sottofondo.